Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo. Iniziamo!
Ultimo giovedì del mese, è tempo di Interviste.
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Questo mese ho parlato con Fabio Cannavale, Founder & CEO di Lastminute.com
SCENARIO
D. Inevitabile per rompere il ghiaccio: come sono partite le prenotazioni della stagione?
A gennaio le vendite sono andate bene, con un consolidamento a febbraio e marzo. Il mix è cambiato per via della guerra, ad esempio commercialmente è sparita Dubai. Vendiamo molta più Europa e destinazioni come Canarie e Palma di Maiorca.
D. Stai riscontrando effetti per la tensione dovuta alla guerra?
Al momento non ne vediamo di particolari. C’è stata incertezza la prima settimana, ma la stagione si prospetta buona.
Ovviamente tutto dipende da come evolverà la situazione, ma penso che l’aspetto economico della guerra quest’anno non si vedrà: c’è troppa voglia di vacanza.
D. Quali sono i vostri mercati più importanti?
Per quanto riguarda le vendite, nell’ordine: Germania, Inghilterra, Francia, Italia e Spagna.
Per quanto riguarda le destinazioni, abbiamo le isole della Spagna come Canarie e Baleari, l’Italia, la Francia e le capitali europee. Quest’inverno Dubai è andata molto bene, ma come dicevo adesso decisamente meno.
D. Andiamo sugli effetti della pandemia, il rimborso dei voucher ha rappresentato un problema?
È stato un lavoro enorme. Abbiamo gestito 1 milione di clienti e rimborsi per 400 milioni di euro.
Dove abbiamo operato come tour operator è stato più facile. Quando abbiamo operato come agenti, e quindi il rimborso dipende dalla compagnia aerea, è stato tutto più spinoso.
Il primo e il secondo lockdown sono stati totalmente gestiti, adesso viaggiamo tra il 10 e il 15% di richieste voucher o cancellazione di voli.
PRODOTTI E TECNOLOGIA
D. Su quali dei vostri prodotti punti maggiormente?
Il dynamic package, per dirla semplice la gestione del volo più hotel.
È un prodotto importante sia nel nostro ecosistema, sia a livello di accordi con i partner.
La collaborazione più importante è quella con Booking.com, alla quale forniamo il prodotto volo + hotel per tutta Europa.
Grazie a questi accordi, il 30% di quello che realizziamo è b2b2c. Il 70% continua a provenire dal mondo b2c.
D. Avete marchi come Bravofly, Rumbo, Volagratis e Jetcost, come sono gestiti dal punto di vista tecnologico?
La piattaforma tecnologica è sempre la stessa, c’è solo una declinazione dei nostri brand sui vari mercati.
LAVORO E RISORSE UMANE
D. Parliamo di lavoro: quali sono le vostre ricerche più frequenti?
Le persone che si occupano dello sviluppo software rappresentano la nostra ricerca principale. E anche le risorse più complesse da reclutare.
In seconda battuta abbiamo molte ricerche legate al digital marketing.
D. E cosa mi dici delle figure professionali turistiche?
Il reparto product rappresenta un minor problema nella ricerca, il turnover è molto più basso, magari anche perché siamo un buon datore di lavoro.
Oltre alla giusta remunerazione, abbiamo una rete di benefit come i buoni vacanze.
Inoltre, dato che siamo un’azienda che opera molto in smart working organizziamo le nostre riunioni periodiche in belle location, così da creare il giusto mix di piacere e lavoro.
MONDO STARTUP
D. Nel mondo startup sei una figura di spicco grazie al tuo ruolo in B Heroes. Talvolta la mia impressione è che ci sia molta retorica in quest’ambito. Cosa ne dici?
Investire in startup è un mestiere. B Heroes, ad esempio, ha un portafoglio di 130 startup e 30 milioni di euro investiti.
Per farlo sono necessarie competenze di investimento, purtroppo inizio a vedere alcune persone che si improvvisano.
Per quanto ci riguarda siamo fieri dei risultati ottenuti fino a oggi: siamo alla quinta edizione di B Heroes e nelle prossime settimane lanceremo la nuova call dedicata alle realtà imprenditoriali a guida femminile, che abbiano CEO donna o maggioranza di founder donne, B Wonder.
D. E dal punto di vista della startup: pensi sia ancora possibile crescere in modo organico, senza ricorrere a investitori professionali?
Tutto è possibile. La nostra Volagratis è stata un esempio di crescita organica, inoltre Bending Spoons, una delle startup italiane più importanti, non ha mai raccolto fondi.
INNOVAZIONE
D. In quale angoletto dell’industria turistica vedi la possibilità di innovare?
Siamo ancora in un’età primordiale e gli spazi di innovazione sono enormi.
Ne vedo in tutto quello che è il dialogo dei luoghi, della destinazione, con i turisti. Nelle tecnologie che seguono il turista prima e durante il soggiorno. E solo per fare un paio di esempi.
Per questa settimana è tutto. Alla prossima.
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