Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
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«Quando leggo queste cose, ormai mi viene in mente la tua newsletter». Me l’ha scritto una lettrice, seguito dalla schermata di un post che iniziava con un triste: immersi nella splendida cornice.
Mi lusinga che questa newsletter faccia riflettere sul modo di comunicare e scrivere il turismo (ne ho parlato anche qui).
In sintesi. Oggi ci sono due storie di destinazioni piuttosto diverse: in una si parla di chi viaggia a trazione alcolica, nell’altra a trazione mentale; poi qualche notizia e una curiosità dal titolo: basta smancerie.
COSA SUCCEDE A PRAGA
Sono in modalità bastian contrario, così provo a guardare con occhio critico una notizia che di primo acchito commenterei come positiva.
Praga è una destinazione piuttosto popolare per gli addii al celibato, al nubilato e chi ama gironzolare tra i pub, ma colpo di scena: il consiglio comunale ha vietato i pub crawls, ovvero i tour notturni da un pub all’altro organizzati da agenzie specializzate.
Motivo? Come dice il sindaco: «vogliono un altro tipo di turista».
In Repubblica Ceca si beve molta birra, anzi è il posto dove se ne beve di più al mondo: l’anno scorso 128 litri a testa. In certi ristoranti è più economica dell'acqua e molti pub nel centro storico, patrimonio dell'Unesco, vendono quella locale a meno di 3 euro a pinta.
Elementi che, immagino, abbiano concorso a creare questo tipo di turismo.
Ma cosa pensano dell’iniziativa da quelle parti?
Il vicesindaco Jiří Pospíšil dice che: «la città cerca turisti più colti e più ricchi... non quelli che vengono per un breve periodo solo per bere qualcosa».
Vaclav Starek, a capo dell'associazione ceca di hotel e ristoranti, è favorevole: secondo lui questi bevitori sono un problema per la gente del posto e gli altri turisti.
Contrarie, va da sé, le agenzie che i tour li organizzano, tra queste c’è The Drunken Monkey per la quale i tour servono a tenere in riga i festaioli, e infatti non hanno mai ricevuto multe o reclami.
Quindi, bene o male?
Da un lato c’è da considerare che l'anno scorso i turisti arrivati con i tour organizzati sono stati più di 7 milioni e che nel 2019 Praga ha totalizzato 5 miliardi di dollari di entrate turistiche (tra hotel, ristoranti, tour e agenzie di viaggi).
Poi c’è un aspetto legato al contesto: se i pub crawls si sono sviluppati così tanto è anche responsabilità di Praga che ha lasciato che le cose andassero in un certo modo, tant'è vero che The Drunken Monkey (con il suo nome che è tutto un programma) si racconta come tutrice dell’ordine e delle regole cittadine.
Dall’altra parte, da come viene descritto, il divieto sembra più che altro una manovra per cambiare tipo di turismo.
Quindi, è un’azione richiesta dalla cittadinanza che vuole essere tutelata dalla molestia dei tour o è soprattutto un modo avere un turismo più danaroso?
Quando nel turismo si parla di stakeholders, la comunità locale dovrebbe essere quello più importante: investimenti, sviluppi, divieti andrebbero pensati prima di tutto nel suo interesse.
Spero sia questo il caso.
COSE DA SAPERE
Uber vuole comprare Expedia. È la notizia più grossa degli ultimi giorni: secondo il Financial Times, Uber sta esplorando questa possibilità. Si tratterebbe di un affare da 20 miliardi di dollari che ha come obiettivo la differenziazione delle attività.
Alle Canarie protestano, di nuovo. I residenti tornano in piazza contro la saturazione turistica delle loro isole; i problemi denunciati: danni all’ambiente, al mercato immobiliare e posti di lavoro pagati male.
In Italia, a Roma. Il sindaco Roberto Gualtieri dice di voler puntare su una seria politica per il turismo e che ci sono spazi di crescita in termini di quantità, qualità, tempo di permanenza, destagionalizzazione e allargamento dell’offerta (un po’ tutto insomma).
Per quanto riguarda la tecnologia, a breve presenteranno un assistente virtuale basato sulla IA.
TURISMO MENTALE
Dato che al giorno d’oggi deve sempre esserci un’etichetta, ho inventato quella che hai appena letto.
Leggo un articolo che racconta di un posto in Ecuador chiamato Ciudad Mitad del Mundo e penso: «che bello il turismo mentale».
La città alla metà del mondo si chiama così perché una spedizione di astronomi, geografi e topografi la consacrò come la posizione precisa dell’equatore, il punto che divide la terra in due emisferi: coordinate 0°0′0″.
Duecento anni dopo, nel 1936, il governo costruì un piccolo monumento commemorativo, poi ne arrivò uno alto 30 metri che è molto visitato.
Dagli anni ‘70 è cresciuto un turismo che gira intorno all’idea di visitare, e farsi foto, all’equatore. E per non sbagliarsi c’è anche una bella linea gialla.
Il viavai di gente non è calato nemmeno quando, usando dei sistemi gps moderni, è stato stabilito che la linea dell’equatore passa 240 metri a nord da quella gialla tracciata a Ciudad Mitad del Mundo.
Questa storia spiega bene quello che ho definito turismo mentale: la fascinazione che ci spinge a visitare luoghi dove non c’è nulla da vedere, o almeno nulla di visibile. Andare in un posto che simboleggia qualcosa o, magari, sapere di star calpestando una placca tettonica è un viaggio mentale, ancor prima che fisico.
Potremmo chiamare anche questo turismo esperienziale, ma toglieremmo la poesia a una pulsione che spinge molte persone a viaggiare solo per inseguire un’idea.
BASTA SMANCERIE
Una notizia curiosa per salutarci sorridendo.
È dura dirsi addio, ma sbrigati. Ci sono dei cartelli all’aeroporto di Dunedin in Nuova Zelanda, sono blu con delle scritte bianche e dicono: tempo massimo per gli abbracci, 3 minuti. L’idea era far scorrere meglio il traffico al terminal, ma qualcuno deve esserci rimasto male, così l’amministratore delegato dell’aeroporto ha spiegato che basta un abbraccio di 20 secondi a liberare ossitocina, l’ormone dell’amore.
Proprio non ti basta? Nel parcheggio si può arrivare a ben 15 minuti di abbracci.
Ed è tutto per oggi.
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