21 Gr di Turismo: Nonsense (e comunicazione)
+ gruppi d'hotel; news Italia; settore aereo statunitense
Ciao, sei su 21 Grammi di Turismo, la newsletter dove racconto l’industria del turismo in modo semplice, ma meditato.
Iscriviti con la tua email e la riceverai ogni giovedì.
Se ti piace e pensi sia utile, condividila sul social che preferisci e inoltrala a un tuo contatto.
In questo numero: le mosse dei grandi gruppi alberghieri; alcune notizie dall’Italia; una riflessione sulla comunicazione turistica e per chiudere il settore aereo statunitense.
GRANDI GRUPPI DELL’OSPITALITÀ
Ovvero alcune notizie che disegnano un quadro di cosa si muove nell’hotellerie.
Il caso Marriott
Crisi d’identità. Cosa succede quando sei la catena alberghiera più grande al mondo, ma molte persone non sanno cosa c’è sotto il tuo ombrello? Marriott, con i suoi 30 marchi, vuole farsi conoscere meglio.
Lo stato attuale. La consapevolezza del brand si riferisce soprattutto a Marriott Hotels e Courtyard by Marriott, ma la strategia aziendale degli ultimi anni mirava a farla percepire come l’universo più completo per l’offerta travel: dai servizi entry-level fino al lusso.
Nel marketing. Le energie, quindi, saranno indirizzate a collegare i marchi: da Westin a Moxy passando per Ritz Carlton, in modo che il pubblico sappia cosa c’è sotto il nome Marriott.
Il caso Hilton
Comunicazione su TikTok. Il suo nuovo video è andato molto bene (like, interazioni); Hilton ha radunato una serie di tiktoker di fama in un video di quasi dieci minuti. Sì, dieci minuti, che per TikTok è come dire Ben Hur del 1959: la lunghezza di un colossal.
Perché è interessante? Hilton si avvicina con scioltezza a questo media, con l’ovvia logica di entrare sempre più in contatto con un altro tipo di pubblico.
Divago un po’. Ok, dimmi che sono snob, ma l’estetica dei video su TikTok non mi piace: i tagli e i continui stacchi video, e le trovate recitative vecchie, ma che si vendono come nuove. Certo lì fuori ci sarà qualcosa di bello, ma forse non oggi.
Un’altra multa?
Ci risiamo. Negli Usa dopo la Marriott, è la volta di Hyatt: il procuratore del Texas ha aperto una causa per una presunta violazione; la catena alberghiera avrebbe addebitato commissioni nascoste in fase di prenotazione.
Tendenze in corso
La nuova torta, i soggiorni a lunga permanenza. Negli Usa tutti ne vogliono una fetta: Hilton, Marriott, Best Western, Windham, Hyatt. Ogni gruppo sta facendo le sue mosse e creando i propri format, soprattutto perché riguarda anche il segmento upscale. Quindi, sempre più cucine negli hotel di un certo livello…
COSE ITALIANE
Parte 1
Ovvero una riflessione su come si comunica nel turismo; anche il nostro settore ha la sua dose di retorica.
È una mia sensazione o le istituzioni turistiche sono diventate molto più presenzialiste?
Da mandato, Enit, dovrebbe occuparsi di: promuovere, vendere e comunicare l’Italia turistica all’estero. Invece parla di tutto un po’, che non è sbagliato in termini assoluti, ma fa pensare.
Narrare. Enit parla dalla carenza di personale, tema che dovrebbe essere marginale rispetto al suo ruolo istituzionale, e dice che: «…La cattiva rappresentazione della filiera e la narrazione sbagliata della nomenclatura e della considerazione delle competenze a livello sociologico è stata finora disincentivante».
Concordo sia classista distinguere tra lavori di serie a e serie b, ma è la narrazione il primo motivo per cui non si trova personale? Non penso sia solo perché si sbaglia il racconto.
Mappare. E ancora: «…Ci vuole una mappatura delle competenze e l’abbattimento della discrezionalità formativa lasciata a enti di formazione, presidi e camere di commercio».
In Italia, insieme ai tavoli tecnici, spesso un altro modo bloccare le cose sono le mappature. E questo mi preoccupa.
Poi, cosa vuol dire di preciso: «abbattere la discrezionalità formativa lasciata agli enti di formazione»?
Parlare. Nei ranghi del proprio mandato, Enit risponde alla domanda sul Corriere della Sera: «qual è la strategia per rendere sempre più attrattiva l’Italia all’estero?».
Eccone un passaggio: «…La destagionalizzazione passa dall’identificazione del brand Italia con uno stile di vivere. Distribuire le fluttuazioni turistiche è fondamentale per il settore, come riconoscere la presenza di più turismi…»
Nonsense. Mi sembra di leggere frasi pronunciate con la voglia di non farsi capire.
Ecco, magari per dare slancio al turismo dovremmo partire dalla comunicazione, quella chiara e con un obiettivo.
Parte 2
Ovvero qualche dato interessante.
Turismo sportivo. Pare valga più di 7 miliardi di euro. Lo dice l’osservatorio sul sistema sportivo italiano condotto da Banca Ifis, che indica una spesa per persona in aumento del 9% grazie alla crescita delle attività svolte durante il viaggio, con picchi del 27% per visite a mostre e musei.
Musei più cari. Lo segnala Altroconsumo dopo un controllo di 15 musei in sette città. Qualche esempio: Pompei da 16 a 18 euro; Museo Egizio di Torino da 15 a 18 euro; Uffizi di Firenze da 20 a 25 euro. In alcuni casi, però, i prezzi sono invariati: Reggia di Caserta a 14 euro; Pinacoteca di Brera a Milano a 15 euro; Museo Archeologico del Colosseo a Roma a 16 euro.
AEREI: COMPENSAZIONI ECONOMICHE
Ovvero uno spaccato di quanto accade nei cieli degli Stati Uniti.
Esperienza in volo. Negli Stati Uniti è stato proposto un nuovo regolamento che obblighi le compagnie aeree a coprire le spese per pasti, hotel e cambi di prenotazione, quando i vettori sono responsabili di ritardi e disservizi (al momento solo alcune compagnie danno qualche forma di assistenza).
Così dice lui. «Quando una compagnia aerea causa la cancellazione o il ritardo di un volo, i passeggeri non devono pagare il conto». Lo riporta il Segretario ai trasporti Usa.
Ma c’è chi dice no. La IATA critica il nuovo regolamento, dice che la maggior parte delle cancellazioni sono a causa dal clima, e non sarebbero comunque coperte, ma soprattutto afferma che così aumenterà il costo dei biglietti.
Alla prossima!
È la tua prima volta qui? Registrati allora!
Se 21 Grammi di Turismo ti piace: condividila e inoltrala a un tuo contatto.