Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
Racconto il mondo del turismo tra economia, etica, società e innovazione.
Sembra che la storia dei refusi che qualcuno vede ma non ho commesso possa dipendere da un’impostazione della posta elettronica, tipo la traduzione automatica. Comunque continuerò a tenere sotto controllo.
🌞 Questa è la versione estiva di 21 Grammi di Turismo, e funziona così:
Un fatto interessante. Un racconto, una notizia o una riflessione (o un mix delle tre);
Un film e un libro. Un’ispirazione, anche indiretta, sul viaggio;
Una canzone. Che ho pensato giusta per il numero.
E perché no, mi aspetto di poter stravolgere questo format e concedermi una deviazione, che dopotutto è la forma più avvincente del viaggiare.
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MUSEI E TURISMO
Il legame tra turismo e musei è cosa delicata: garantire l’equilibrio tra un’istituzione (il museo) e un fenomeno economico-sociale (il turismo) richiede molta attenzione.
Sono nelle guide turistiche e nelle liste delle cose imperdibili da fare; alcuni staccano un numero enorme di biglietti, altri molto meno.
Qui forse c’è già il primo intoppo: giudicare un museo dal numero di accessi, con quella visione muscolare che ci porta a dire più fatturi più vali.
Ma poi, cos’è un museo? Ricordo che in gioventù mi infastidiva l’atmosfera da cattedrale gotica che ti fa sentire piccolo e stupido (che poi lo fossi davvero, è un altro discorso), così come la severità del personale. Tu eri nulla rispetto a quel luogo sacro, o almeno era la mia sensazione.
Mi dicevo, se ne visito uno è per conoscere qualcosa in più e godere della bellezza, allora perché deve essere in un clima così punitivo?
Poi è arrivata quella che oggi chiamiamo la democratizzazione dei musei (ma devo ammettere che, ormai, se sento democratizzazione ci vedo dietro una mezza fregatura); quando ho visitato il Guggenheim di Bilbao mi sono detto: questo è un museo che non mette paura.
Quando ha aperto il Museo del ‘900 a Milano ho amato il senso di scoperta nel visitarlo, ricordo ancora il soffitto di Lucio Fontana all’ultimo piano.
Lo sapevi che? Il soffitto spaziale è stato creato da Fontana per la sala da pranzo di un hotel sull’isola d’Elba.
Il concetto di democratizzazione, dicevo, lo guardo con sospetto perché certe volte questa parola viene violentata e diventa qualcosa di diverso: bar e ristoranti nei musei; il cartonato con il buco dove mettere la testa e trasformarti nella Gioconda; il nuovo e colorato gadget museale.
Questa è democratizzazione o cazzeggio?
Per me democratizzare significa garantire visite più accessibili e divulgative, inventare nuovi percorsi e usare nuovi strumenti che sappiano parlare a più tipologie di persone.
Quest’anno ho dedicato molto tempo alla formazione personale, ho seguito un percorso sull’editoria per aggiornarmi rispetto agli ultimi progetti ai quali avevo lavorato. Durante la lezione sui musei il relatore ha parlato dell’Icom, un’organizzazione internazionale che raggruppa musei e professionisti del settore museale.
Nel 2022 l’Icom ha approvato una nuova definizione di museo, che è questa:
Un museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, che ricerca, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale.
Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità.
Operano e comunicano in modo etico, professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l'educazione, il divertimento, la riflessione e la condivisione della conoscenza.
Rifletto su tre punti della definizione che ho trovato importanti:
Esporre è l’ultima delle finalità. Prima di questo «un museo ricerca, colleziona, conserva e interpreta»: dobbiamo ricordarlo per non pensarlo come un polo di attrazione per turisti. Non è questo.
Esperienze diversificate. «Per l’educazione, il divertimento, la riflessione e la condivisione della conoscenza»: al museo ci si può divertire, all’interno di un processo che educhi e faccia riflettere.
Con la partecipazione delle comunità. Il museo è un’istituzione che fa riferimento alla comunità, al territorio.
Nella definizione si parla di inclusività e accessibilità, ma non pensiamo solo alle barriere architettoniche o al rispetto delle diverse sensibilità, è un tema di accessibilità culturale: la presunzione di conoscenza, dare per scontato che tutti abbiano gli strumenti culturali per apprezzare un’opera o decodificare un messaggio.
Ecco che rendere i percorsi accessibili culturalmente è importante (e non parlo da esperto museale che non sono, ma da persona che ama imparare), e sono altrettanto fondamentali le attività che un museo dovrebbe fare per i cittadini residenti.
Una semina che formerà persone che avranno strumenti più adatti quando visiteranno altri musei e saranno turisti in altri luoghi.
📽️ UN FILM
Thelma & Luise. Emancipazione, ribellione, fuga. Ci sono tutti gli ingredienti del road movie e Ridley Scott, in anticipo sui tempi, pensa a due donne come protagoniste (Susan Sarandon e Geena Davis). E c’è anche un giovane Brad Pitt.
Temi forti e universali che fanno del viaggio un percorso di trasformazione.
📘 UN LIBRO
Il nuotatore (di John Cheever). Un uomo non più giovane, ma sempre bello e atletico, è seduto sul bordo di una piscina a casa di amici in una giornata di fine estate. Per il caldo o la noia, decide di attraversare a nuoto tutte le piscine delle ville che lo separano dalla sua: il racconto di una strana traversata, che è la metafora della seconda metà della vita. E ci ricorda che i viaggi importanti possono partire da idee bizzarre.
Ho amato questa frase: «Le uniche mappe e cartine a cui fare riferimento erano nella memoria o nell’immaginazione, ma erano abbastanza chiare».
🎵 UNA CANZONE
L’arte e i musei mi hanno fatto pensare a una canzone di Caparezza nella quale un grande pittore è lo spunto per fare della critica sociale: puoi ascoltare Mica Van Gogh.
È tutto per oggi, alla prossima.
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Per questo i musei che mi piacciono di più sono quelli che mettono anche i percorsi per i bambini. Spesso li trovo più divertenti e istruttivi per il linguaggio accessibile e di immediata comprensione. Io sono uno di quelli che nei musei legge tutti i cartelli per imparare, ma trovo spesso la narrativa piatta e monocorde. Un buon ibrido sarebbe l'ideale.
Grazie,
Non parlo (o scrivo) l'italiano bene, ma mi é piaciuto questo articolo molto.