Ciao, sei su 21 Grammi di Turismo. Sono giornate piacevolmente piene, sono di ritorno da un seminario tenuto a Venezia e la settimana prossima andrò alla ITB di Berlino.
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Iniziamo!
MOLTO RUMORE PER ALEXA E TH HOTELS
Mi cade sotto gli occhi il titolo roboante della notizia, poi adocchio qualche commento entusiasta. Leggo degli articoli e guardo una videorecensione.
La tocco piano mi sono detto. La tocco piano mi sono ripetuto. La tocco…
No, non ce la faccio a toccarla piano: la faccenda di Alexa negli hotel non è proprio ‘sta gran innovazione.
Lo so che ci sono di mezzo Amazon e TH Hotels, un grande gruppo alberghiero italiano, e un po’ di diplomazia non guasterebbe, ma se leggi questa newsletter è perché la tua curiosità ti spinge a cercare pareri nuovi.
Ti dico cosa non mi convince del fatto in sé, poi ti parlerò della cornice.
Nudo e crudo. La notizia è che il device Alexa è stato adattato al settore alberghiero. Cosa giustifica tutto questo trambusto? Oltre al nome delle due società in gioco, si intende.
Facciamo un passo indietro. Qualche mese fa è comparsa la notizia che Alexa non se la passa bene e nonostante sia tra i progetti prediletti da Bezos, Amazon sta licenziando (come avevo già scritto).
Perché non va bene?
Dopo anni di investimenti non fa soldi: le persone interagiscono con Alexa per cose banali e Amazon non è riuscita a monetizzare il progetto. Ossia poche persone ordinano qualcosa.
E una prima domanda è d’obbligo: se lo scenario è fatto da poche persone che ordinano usando Alexa, c’è una molla che renderà la cosa diversa negli hotel?
La stranezza. Nel momento in cui un progetto come Alexa sta mostrando dei limiti e vive un momento difficile, viene accolto dall’industria turistica come una super gran innovazione.
La IA. Tra gli articoli che ho visto in giro si parla anche della IA. Eh certo, è la parola chiave del momento, vuoi non parlarne?
Ma come detto da più parti, l’intelligenza artificiale di Alexa è ancora rudimentale. Cosa che permette delle interazioni molto limitate.
La domotica. Qui penso si possa essere un passo avanti… già ci sono persone abituate a spegnere e accendere le luci di casa quando rientrano con i sacchetti della spesa.
Parliamoci chiaro: l’usabilità della domotica nelle camere è da sempre un punto critico della user experience dei clienti d’albergo.
Alexa la migliorerà? Lo spero. Possiamo darlo per certo? Non è detto.
Ma davvero? In una videorecensione, non ho capito se pubblicitaria o meno, ho sentito l’espressione il cervello dell'hotel per poi indicare funzionalità come: “puoi inviare le notifiche sul dispositivo”.
Ma davvero? Come fanno le Ip Tv dalla fine degli anni ’90.
E ancora: “il personale ai piani può informare quando una camera è pronta”.
Ma davvero? In pratica come i moduli housekeeping di quasi tutti i Pms.
Notiziabile. Ne parlavo con un’amica giornalista un paio di settimane fa: nel mondo della comunicazione trade e b2b il concetto di notiziabile si è distorto.
Se non hai le parole trendy del momento non sei interessante. E in questo momento storico mi vengono subito in mente inclusivo, green, IA.
Certo, non è così per tutti, ma mi sembra un humus piuttosto diffuso.
I nomi delle due grandi aziende (che per inciso mi piacciono) sono già parole trendy, poi basta aggiungerne qualcuna et voilà.
Ma si offende qualcuno se chiedo: è vera innovazione? A me sembra un interessante test del quale aspetto con curiosità i risultati.
Ti saluto con questa notizia leggera ma stimolante.
TU CHIAMALO SE VUOI ESPERENZIALE
Shogun per una notte. Immagina il fragore di un drappello di samurai in armatura che ti dà il benvenuto e ti rende i dovuti onori. Ti piacerebbe? Recati al castello di Ozu sull’isola di Shikoku e avrai quest’accoglienza… pagando 8.400 dollari a notte.
A quanto pare da marzo a giugno hanno già prenotato 11 gruppi.
Ed è tutto per questo giovedì.