Ciao, sono Emilio De Risi e questa è 21 Grammi di Turismo.
Racconto il mondo del turismo tra economia, etica, società e innovazione.
News… Sta per arrivare un piccolo format estivo di 21 Grammi di Turismo, ho già in mente il titolo originalissimo: La versione estiva 🌞.
CONTRASTI
Questa settimana mi ha colpito leggere di alcune collisioni. Lo dico da un po’ che il fenomeno da guardare con più attenzione è la divisione in schieramenti «pro e contro turismo», che spesso trovo eccessiva su entrambi i fronti. Ma le narrazioni mediane appassionano poco, si sa.
Il piano di espansione. È stato approvato un ampliamento da 3,2 miliardi di euro dell’aeroporto di Barcellona: Salvador Illa, il presidente della regione spagnola della Catalogna, dice che il progetto è funzionale a rendere l’aeroporto un hub di riferimento per i collegamenti intercontinentali.
Dall’altra parte c’è chi non è d’accordo, come Aina Vida del Congresso dei deputati, che ha affermato che Barcellona è già piena di turisti.
In questa storia i punti più delicati sono due:
L’UE dovrà valutare se sostenere l’ampliamento, visto che toccherà un’area protetta proprio da un progetto ambientale comunitario;
L’ampliamento è in contrasto con i piani dichiarati da Barcellona di voler ridurre i visitatori.
E proprio in questi giorni… In città c’è stata un’altra protesta contro l’impatto del turismo sulle comunità locali (e anche in altre città turistiche della Spagna). Gli organizzatori sottolineano di non avere nulla contro i turisti, ma contro la politica che non gestisce la situazione in modo adeguato.
E anche le aziende prendono parte alla narrazione. Airbnb ha inasprito la sua politica di pubbliche relazioni dicendo che «l’overtourism sta peggiorando dove Airbnb è stato limitato», poi ha fatto un appello affinché la situazione sia gestita guardando l’impatto di hotel, crociere e aerei; dal suo punto di vista, l’overtourism nell’Ue è «guidato in larga parte dagli hotel».
La risposta. Federalberghi ha definito le dichiarazioni della piattaforma di prenotazione: «surreali», ha citato dati Istat e il rapporto Nomisma con l’intendo di ribaltare le affermazioni.
E poi si aggiunge Tui. Il principale operatore turistico europeo afferma che è proprio colpa di Airbnb: «Non si tratta di cercare un capro espiatorio, ma di un'analisi molto neutrale del problema». Secondo Tui le persone protestano contro il turismo proprio per via degli alloggi.
Mi sgancio dallo scenario turistico per evidenziare due punti di carattere un po’ più generale:
Il battibecco. Se delle aziende, anche se rivali, alzano i toni in questo modo, viene da pensare che il rumore di quelle proteste non sia solo un fruscio superficiale.
L’uso dei numeri. Spesso ripetiamo che vogliamo più dati e che dovremmo muoverci solo con i numeri, ma il numero non è sinonimo di neutralità. I dati possono essere adattati a visioni di parte: quindi sempre attenzione a guardare come vengono esposti.
Infine, personale e visitatori. I dipendenti della biglietteria e della sicurezza del Museo del Louvre hanno improvvisato uno sciopero informale che ha impedito di aprire in orario, lasciando un sacco di persone in coda. Troppa folla e poco personale è la loro lamentela.
Tre storie, tre contrasti diversi: tra la sfera pubblica e i cittadini; tra aziende; tra dipendenti e visitatori (o meglio il museo). Penso che messe insieme restituiscano la complessità di un settore che non può vivere di narrazioni unilaterali.
COSE BELLE
Chiudo con due notizie belle, di quelle che lasciano una sensazione rinfrescante come la respirazione sitali pranayama dello yoga.
Ripristinare i coralli. Sandals Resorts, un operatore con 18 resort all-inclusive di fascia alta nei Caraibi, e Sandals Foundation, la fondazione no profit del gruppo, hanno annunciato di voler allargare le loro iniziative per il ripristino dei coralli nelle acque dei Caraibi.
Ci sono dei progetti già in corso in Giamaica, Saint Lucia e Grenada che adesso verrano allargati anche alle Bahamas e Curaçao.
Riconoscimenti. Sono abbastanza certo che tutti abbiano un’idea di Valtur: chi è stato cliente e chi non ha mai dormito nei suoi villaggi; chi ne ha un quadro attuale, aggiornato ai nostri tempi, e chi ne conserva un ricordo datato. In altre parole: è nell’immaginario collettivo. Per questo è bello che abbia ricevuto la certificazione di Marchio storico di interesse nazionale.
E lo spiega bene Sara Prontera, direttrice marketing del gruppo Nicolaus: «…Valtur non è solo un nome, ma uno specchio dell’evoluzione sociale e culturale del Paese, un laboratorio di linguaggi visivi e comunicativi che ancora oggi sorprendono per la loro modernità».
È tutto, alla prossima (magari già con la versione estiva).
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Molto interessante, quale rapporto Nomisma è stato utilizzato?